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“JUNGO” E “POLI-CAR”: DUE PROGETTI CONVERGENTI
“Avviamo un dialogo!”
12/02/2007

“JUNGO” E “POLI-CAR”: UNA COINCIDENZA PER NULLA SINGOLARE

 

Qualche mese fa in occasione della presentazione del mio saggio “RIVOLUZIONE TRAFFICO. Meno mobilità più comunicazione”, ricevetti la telefonata di Enrico Gorini il quale mi faceva notare che la mia idea di Poli-car aveva numerose similitudini con il suo Jungo. Da allora è iniziato un proficuo scambio di opinioni che ha portato, e spero porterà ancora, a una collaborazione che si annuncia molto proficua.

 

Jungo e Poli-car non sono esattamente la stessa cosa, ma si pongono in una dimensione simile per quanto concerne le politiche del traffico urbano. Entrambi hanno l’obiettivo di aumentare l’occupazione delle auto che viaggiano per lo più vuote, incentivando l’imbarco spontaneo sulla strada.

Il sistema Poli-car però prevede che il passeggero non paghi (anche se si potrebbe incoraggiare un sistema che preveda un rimborso volontario), in quanto il guidatore potrebbe esser messo dal comune nelle condizioni di risparmiare sulle tariffe di accesso (quando venisse esteso il road-pricing),  di risparmiare sul parcheggio, di usare corsie preferenziali, di circolare durante i periodi di limitazione del traffico, e di beneficiare di incentivi economici.

Al di là della soluzione prospettata e delle differenze tecnico pratiche, con Gorini (e con tutti coloro i quali hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la qualità della vita) sarebbe interessante avviare un dialogo su possibili soluzioni alternative al problema della mobilità urbana da decenni irrisolto. Per arrivare a soluzioni valide però non basta partire dalle soluzioni. Occorre piuttosto sviluppare una filosofia che conduca a soluzioni. Finora questo approccio è clamorosamente mancato.  Come constatò acutamente Mark Twain: “Se un uomo dispone soltanto di un martello, affronta tutti i problemi come se fossero chiodi”. Nonostante il fallimento delle politiche del traffico e delle infrastrutture sia davanti agli occhi di tutti, in Italia (e praticamente in tutto il mondo) si continua imperterriti a utilizzare gli stessi metodi e le medesime professionalità senza nemmeno pensare a cambiare l’impostazione dei problemi. Jungo e Poli-car sono strumenti diversi e simili, ma ce ne sono molti altri: alcuni dei quali descritti nel mio libro, e altri che possono sbocciare da qualsiasi mente che saprà far fiorire i semi gettati con la filosofia di rivoluzione traffico.

 

In altre parole è necessaria una impostazione radicale al problema del traffico - a meno che non si voglia conservarlo per averne dei vantaggi indiretti. Gli strumenti non sono più quelli dell’ingegneria civile, ma quelli della comunicazione, della sociologia, della psicologia, ecc. Tra le citazioni di cui ho fatto uso mi piace ricordare quella tratta da Marguerite Yourcenar, perchè dà il senso generale del saggio: “Come sempre, abbondavano ragioni pratiche per giustificare l’assurdo e per condurre all’impossibile”. Quante opere inutili – autostrade, Passanti, TAV –sono state realizzate in nome di inesistenti ragioni “pratiche”?

 

Qui negli Stati Uniti, dove mi trovo per partecipare a una ricerca sulle politiche urbane, sembra davvero che stia crescendo la sensibilità e l’interesse verso soluzioni ‘agili’ del tipo Jungo e Poli-car, due idee semplici che nessuno però ha mai avuto perchè estranee alla predominante cultura della mobilità basata sulle soluzioni che precedono l’analisi dei problemi. Ho presentato il progetto a Barcellona in un Convegno Internazionale e sto per iniziare una serie di conferenze sul tema generale e specifico in tutti gli Stati Uniti. Finora l’accoglienza è stata entusiastica.

 

In effetti il pregiudizio culturale da superare riguarda l’idea stessa di trasporto pubblico urbano e la rigida separazione concettuale di trasporto pubblico e trasporto privato. Il trasporto pubblico è stato storicamente attuato per lo più con grandi mezzi per il trasporto di massa. Il progresso del trasporto pubblico riguardava l’aumento della dimensione e della capacità dei mezzi, una maggiore velocità e un’area sempre più vasta servita capillarmente. Ultimamente, peraltro, l’estensione dell’area servita è andata a danno della capillarità dei servizi sempre più difficile in condizioni di bassa densità insediativa. Più raramente, e in ogni caso in modo marginale e solo di recente, si è anche pensato al comfort dei mezzi e degli orari. Le strutture di trasporto pubblico erano copiate anche nelle città medie e piccole da quelle delle grandi metropoli. Con l’importazione delle soluzioni delle grandi metropoli, se ne assumevano anche i problemi.

 

Se ci si libera del pregiudizio sul trasporto pubblico inteso come una mastodontica organizzazione dotata di un capitale enorme di mezzi e strutture, si può pensare a una condizione in cui trasporto pubblico e privato non sono così nettamente separati. L’auto privata e il privato cittadino possono mettersi a disposizione in modo volontario – eventualmente con qualche incentivo – per soddisfare una parte della domanda di mobilità altrimenti inevasa. La società contemporanea e le nuove tecnologie possono favorire questa maggiore flessibilità nell’uso del capitale privato e diffuso – le automobili – oggi sottoutilizzato.

 

Nel rispondere a queste domande è uscito il progetto Poli-car e in modo simile s’è articolato Jungo. Ora penso che sarebbe necessario avviare un brain-storming tra tutti i partecipanti alla rete per trovarne di nuovi o per perfezionare questi stessi.

 

Per saperne di più consiglio la lettura del mio libro, non per una sciocca e inutile pubblicità, ma perchè la questione è adeguatamente descritta e sulla base della lettura si potrà continuare il dialogo con i lettori di questo sito.

 

Corrado Poli

 

 

Nota della redazione:

Caro Poli, promuoviamo molto volentieri il Suo libro. Non si tratta di uno spot, perché l’argomento rientra esattamente negli scopi di Jungo.   Lo consigliamo, perché oltre a stimolare un modo di pensare più allargato, è tutto percorso da una piacevole e sottile vena ironica che lo rende leggibile anche ai non addetti ai lavori.

 

Il libro “RIVOLUZIONE TRAFFICO. Meno mobilità più comunicazione”, è pubblicato da Robin Edizioni, Roma, dopo l’esaurimento delle scorte pare acquistabile fra l’altro sul seguente sito:

http://www.hoepli.it/libro.asp?ib=8873712436&pc=000023001005000

Il costo è 10 euro + spedizione.

 

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