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AUMENTARE LE AUTO: UN OBIETTIVO DA CONTRASTARE
Un'industria italiana vorrebbe venderne il 50% in più nei prossimi 4 anni
03/10/2006

E’ notizia di oggi 29/9/06: la Fiat conferma l’obiettivo, alquanto ambizioso, di aumentare la vendita di auto del 50% in 4 anni.  E' un proponimento da non raccogliere.  Se tale obiettivo fosse raggiunto, dovremmo rinunciare all’attuale silenziosità e fluidità delle strade e città italiane, su cui si muovono solo 44 milioni di ‘automezzi’ (di cui 34.310.000 automobili), e prepararci a convivere con un bell’aggravio di mezzi inquinanti (il quanto dipende dalla crescita relativa dei competitori). Avremo strade un po’ più lente, un po’ più puzzolenti, un po’ più rischiose. E soldi che se ne vanno per creare più parcheggi sotterranei,  e costi dei garages alle stelle.  Chi ci guadagna ? Certo, l’industria, gli azionisti, i petrolieri, tutto l’indotto. E anche i proprietari di garages, concessionari di parcheggi, e i gestori di aree sosta. Chi ci perde? tutti gli altri, una componente sociale pari circa al 99% della popolazione (punto più, punto meno). Qual è il costo che paghiamo, tolta la partita di giro fra costi e benefici monetari ? Il costo è la perdita di vivibilità, di salute, di spazi. Avremo città più brutte, più degenze ospedaliere, più utilizzo di farmaci, meno campi gioco per i nostri figli. Andremo di meno in bicicletta, e  ci sposteremo ancora più lentamente di oggi.

Personalmente spero che gli italiani non aumentino, ma diminuiscano il loro uso della quattroruote (e mi preoccupa di meno sapere se la riduzione avvenga più ai danni di un’industria italiana o ai danni di altre industrie dei PVS: il lavoro è un valore assoluto, in quanto tale non dipende dalla nazionalità di chi lo svolge).

Ugualmente, spero che i miei concittadini comprino meno macchine, e più biciclette. Sono un sognatore? certo che lo sono, ma i fatti a cui guardo sono reali, e segnalano una disaffezione dall’auto. Non ci credete? Guardate allora le reclames delle automobili: sempre più suggestive, sempre più simili a opere cinematografiche. Congratulazione ai pubblicitari, dei veri e propri artisti. Ma è proprio l’aumento di professionalità pubblicitaria che mostra la debolezza del prodotto: quando il prodotto è ormai “logoro”, diviene necessario supportarne la vendita con reclames più mirate, più accattivanti, più belle.

Se siete fra quelli che non ne possono più, delle auto (e forse anche degli spot), il progetto Jungo è un bel posto per voi!

 

Enrico Gorini

 

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